Venerdì 22 e sabato 23 gennaio arriva al teatro Verdi di Terni, unica data in Umbria, Mario Perrotta con la messinscena di uno dei più grandi classici del teatro di tutti i tempi, Il Misantropo di Molière.
Il noto narratore si cimenta per la prima volta, con grande successo di pubblico e critica, in uno spettacolo corale, che lo vede sia regista che interprete, accanto a un affiatato cast di attori formato da Marco Toloni, Lorenzo Ansaloni, Mario Perrotta, Paola Roscioli, Donatella Allegro, Giovanni Dispenza, Alessandro Mor, Maria Grazia Solano.
“Ci vuole coraggio a fare Molière. – dice Perrotta - Ci vuole coraggio a fare Molière facendo Molière. Così com’è, senza cambiargli i connotati. Ci vuole coraggio a tradurlo in versi, oggi, serenamente, senza intromissioni se non profondamente giustificate. Ho tolto tutto il superfluo dal mio Molière, ho lasciato gli attori soli nello spazio, davanti a quei versi alessandrini da mangiare e digerire, per non farli sentire. Li ho lasciati soli con una storia semplice e urgente da raccontare.
E’ nello scontro tra Alceste (il misantropo) e Oronte (l’uomo di potere) che si può ravvisare una possibile chiave di lettura del testo. E’ lì che esplode il massimo abuso, dando segno di una società talmente malata di potere e di rapporti di interesse, da giustificare, al limite, la misantropia del protagonista, liberandolo dall’etichetta classica di “caso clinico”. Ma non solo Alceste e Oronte: tutti i rapporti tra i personaggi di questa farsa tragica sono schiacciati verso il basso dagli obblighi sociali e da un aleggiante timore della ritorsione (la denuncia, il processo, l’esclusione dalla “corte”), salvo poi deflagrare violentemente nel finale. Alceste diviene così un militante dell’etica, un “resistente” in un mondo talmente lontano dalle sue istanze da condannarlo irrimediabilmente alla sconfitta. Rapporti di potere e col potere: niente di più vicino a noi. Sembra paradossale, ma la società del Re Sole, asfittica e autoreferenziale, riguarda strettamente la nostra società globalizzata. Un’indagine sul potere, sulle sue malattie. Un’indagine sull’amore: amore che diviene impossibile quando assume, anch’esso, la smorfia terribile di un esercizio di potere.”